martedì 16 marzo 2010

Le Catastrophe

Sono appena tornato dal Belgio con Valentina. La scusa....una riunione riguardante un progetto europeo per produrre 4 compagnie di 3-6 elementi. La motivazione..... conoscere meglio Catherine Magis, e vedere come se la cavano i gruppi italiani che formano ormai metà delle residenze e programmazioni del Catastrophe.
Il centro si basa sulle energie inesauribili di Catherine, indistruttibile e sognatrice. Obbiettivo: dare uno spazio agli artisti per creare, in una situazione forse ancora peggiore di quella italiana. Sia in Belgio che in Italia lo stato è assente in modo completo, ma in Italia è più un fattore di mancanza di direzione e di conoscenza da parte di uno stato che sta scoprendo un settore importante della cultura e dell'economia, ed inoltre vi sono alcune regioni che, chi più chi meno, aiutano come possono. In Belgio, pare, il nulla!

Capire come Catherine e riuscita a fare ciò che a fatto è per me fondamentale. Sto percorrendo lo stesso cammino, ma sono più vecchio, con meno energie, e le devo usare al meglio per poter creare in Piemonte una situazione analoga. Ormai il teatro di strada ed il circo fatto in casa hanno fatto il loro tempo. trovare delle soluzioni funzionanti è ormai vitale, per evitare che tutti gli artisti, sopratutto giovani, ma anche le compagnie storiche, incluso me e samanta, ci si trasferisca all'estero, come già hanno fatto molti.
Disperdere in Europa l'enorme investimento che si sta facendo sui giovani nelle scuole di formazione circense e teatrale, quali la Flic di Torino, la Vertigo, la Philip Radice, le scuole di teatro, la scuola di circo di Roma e quella di Bologna e le altre 48 scuole di circo e centinaia di scuole di teatro sorte in Italia significa non solo buttare via milioni di euro investiti fino ad ora, ma anche sottrarre al nostro territorio una forza creativa che rappresenta il nostro futuro all'interno del mercato e della cultura globale. Come è sempre stato, sono i migliori a lasciarci, coloro che credono in ciò che fanno e sono disposti a qualunque sacrificio pur di realizzarlo, incluso andare a chiedere spazi e risorse in lingue estranee. Mentre , se l'alternativa italiana diventa una via fattibile, questo mescolarsi con altre realtà e un fattore estremamente positivo e stimolante, se non esiste un'alternativa, diventa una fuga e una perdita. E allora, è ora di darsi da fare seriamente