giovedì 6 gennaio 2011

AL Goldoni di Venezia, Circus Kletzmer

Un viaggio a Venezia, un treno preso la mattina alle 8, una corsa nella nebbia. Stazione di Milano, cambio del treno, 5 ore di viaggio per attravesare la pianura. Stazione, acqua, le gradinate che scendono verso i vaporetti. Il biglietto è troppo caro, meglio andare a piedi, ci si scalda, e si vive la città magica. A---- è venuta a prendermi con il fidanzato. Lui suona il contrabbasso, e quando va a suonare, se lo porta per le calli. Pranzo da una loro amica, mi ospiterà per la notte. Candele colorate, bicchieri, postumi di un capodanno. E' il primo gennaio, giornata strana per andare a teatro.



Usciamo
Destinazione teatro Goldoni, uno dei gioielli italiani. La coda si allunga ben oltre le scale. I veneziani, ed anche i miei amici, sono sconvolti. La gente si affaccia dai bar, curiosa di capire il perchè di quella coda. Mai si è vista una folla simile davanti al teatro a memoria d'uomo.
E----- mi ha prenotato 4 posti. Meno male. Mi racconta del tutto esaurito della sera prima, della gente mandata a casa, del telefono che squilla incessante dal mattino a notte inoltrata. Per il circus Kletzmer la crisi del teatro non esiste, viene spazzata via da un colpo di falafel.


Entriamo
Dentro incontro amici e gente conosciuta. C------- arriva da Milano, con N-- di 6 anni anni. Altri da Empoli, Firenze, Bologna. Vedo anche M---- viene da vicino a Napoli. Tutti con alle spalle un treno la mattina, e via. Le FS dovrebbero sponsorizzarli, gli spettacoli di circo al Goldoni!


Dentro è stupendo
Lo spettacolo è praticamente già iniziato. Adrian Swarzstein gira per la sala creando gags , gli attori sono in mezzo alla gente.
Fuori la coda è ancora lunga.



Si inizia per davvero.
Finalmente tutti sono seduti.
L'inizio è lento. Il contrasto tra le dorature del teatro, i sedili in velluto rosso e la povertà dei costumi e del piccolo mercato stile 1935 spacca l'immaginazione e ti porta nella scena, ti fa sentire le cipolle e le carote.


Mi pervade uno strano senso di quiete ed entusiasmo.
La meraviglia di ritrovare uno spettacolo magico come il Bidon. La drammaturgia e l'approccio attoriale sono gli stessi. Storie vive perché semplici, vere perché essenziali. Adrian gioca, istrione, clown perfetto.



L'illusione del teatro scompare. 
Rimane il teatro vero, con le sue ossa tempestate di diamanti. La tecnica è elevatissima, giocoleria perfetta, tessuti e trapezio di altissimo livello. Ma è l'arte dell'attore che ti trascina.


Il personaggio più vero rimane la vecchia.
Lei è li dall'inizio, sembra cresciuta dal palcoscenico, essenza del teatro stesso. Eppure la conosco, artista di strada di grande forza, ma.... teatrante? Si, teatrante stupenda
Grazie Pantakin per il regalo. Cominciare l'Anno in questo modo è, per Venezia e per la cultura, un immenso dono.
http://www.youtube.com/watch?v=ysHd6k8cYTY