martedì 31 maggio 2011

Creatività vs Costrizioni...complicite'




Il festival quest'anno verrà inaugurato da uno spettacolo insolito, che è anche una sfida, un progetto di vita, un'occasione per capire ed emozionarsi. “Complicités”, della Bande des fous, ovvero 11 disabili mentali e 7 attori di circo che presentano il frutto di tre anni di lavoro, tre anni in cui la regista Cathérine Magis ha “cercato di condurre gli artisti disabili verso un luogo più lontano, più alto, più assurdo, più strano, più poetico, più filosofico e ancora di più…”. L'importanza fondamentale di questa produzione sta nel suo intento dichiarato, ovvero quello di utilizzare l'arte e la creatività per affermare la propria esistenza come individui e come strumento per lottare contro le costrizioni che talvolta ci impediscono di esprimerci al meglio. La creatività diventa un'arma a disposizione di tutti gli attori sul palco ed uno stimolo per la vita di chiunque.



Coprodotto in Belgio dal Créahm-Bruxelles e dall’Espace Catastrophe, centro di ricerca e creazione, “Complicités” è uno spettacolo di ampio respiro, frutto di un lavoro durato dal 2007 al 2010. La sua particolarità è quella di presentare in scena un’equipe artistica composta da 18 persone, sette artisti professionisti - un musicista, un acrobata, un giocoliere, un equilibrista, un break-dancer, due attori - e undici disabili mentali, che durante tutto il periodo della realizzazione dello spettacolo hanno lavorato fianco a fianco, creando delle complicità nate soprattutto dall’approccio fisico e naturale di tutti alla scena e alle tante discipline toccate, il teatro, la danza, la capoeira, svariate arti circensi come l’acrobatica, la musica.


Sotto la direzione di Cathérine Magis, affiancata da tre consiglieri tecnici professionisti del teatro, il gruppo ha lavorato all’incontro con naturalezza, mettendo al centro del progetto i desideri e gli impulsi di ciascuno, l’incontro nelle differenze dei loro sogni e pensieri, oltre che delle diverse competenze artistiche. Il risultato di questo percorso votato a mettere in luce le relazioni spaziali e narrative tra i partecipanti attraverso giochi, colori e performance tecniche, è un’affermazione dei linguaggi corporali dell’artista circense e dell’attore, espressi attraverso immagini, suoni e sensazioni nati per coinvolgere lo spettatore.



Sovrasta la scena una grande e spettacolare struttura illuminata da quattro fari. E’ intorno ad essa che si articola l’azione, vestendo, camuffando e trovando usi nuovi a quest’ingombrante oggetto di scena, che è anche la base indispensabile di tutti i numeri aerei con i tessuti, le corde, gli oggetti attaccati a varie altezze - ad esempio le poltrone. Le quinte sono sotto gli occhi del pubblico, gli artisti non lasciano mai il palco, ma lo popolano accompagnati dalle melodie patafoniche di Max Vandervorst. Anche questo tipo di sperimentazione musicale, votato a risvegliare il musicista in ognuno, segue la linea dell’intera produzione e si declina qui tramite un variegato intreccio di strumenti come dijiridou, flauto di pan, guiro e trombone.


L’intero processo della creazione è stato seguito e documentato dal fotografo Jean-François Rocher e sarà oggetto di un’esposizione fotografica, di un libro che racconterà le prime rappresentazioni, tra cui quelle di Fossano, e per finire è il soggetto di un documentario del giornalista e regista Philippe Cornet.


Realizzato con il sostegno della Comunità Francese Wallonie-Bruxelles, Servizio dela Creatività e delle Pratiche Artistiche, Servizio Generale delle Arti di Scena, settore del Circo e delle Arti di Strada; del programma Grundtvig (Agenzia Educatione e Formazione); del Centro delle Arti Sceniche e delle Azioni Culturali e con l’aiuto di Fontaine d’Espérance, CERA Foundation, Ethias, Talitha Koum, Belgacome e la SNCB.


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mercoledì 25 maggio 2011

Una sera con i Caratomic




Se Mirabilia fosse semplicemente un festival, uno showcase di spettacoli eccezionali, sarebbe sicuramente un bell'evento, ma non si differenzierebbe poi così tanto da altri street art festivals della penisola. Quello che ad un occhio attento fa la differenza, è sicuramente la possibilità di incontrare, seguire, conoscere artisti di altissimo livello nei mesi e nelle settimane che precedono il festival vero e proprio.
E' il caso, ad esempio, del Collettivo Caratomic: Giorgia, Francesco, Ilaria e Maghi...quattro giovani promesse provenienti dalla scuola Flic di Torino che hanno vinto, assieme ad altri tre gruppi, un progetto Europeo. Il Collettivo si è quindi guadagnato e meritato un periodo di residenza in Italia, Francia, Spagna e Belgio per preparare uno spettacolo che debutterà nel Marzo 2012 a Bruxelles.
Proprio Fossano ha offerto loro la prima residenza, nonchè i primi tredici giorni di lavoro in gruppo. Il risultato, mostrato in una prova aperta ad amici circensi e qualche addetto ai lavori, è pieno di immagini convincenti e numeri ben eseguiti. Certo prima di giungere ad uno spettacolo organico si lavorerà ancora molto, ma è appunto questo processo di creazione che rende possibile la riuscita, infine, del lavoro.
Ed il gruppo ne è perfettamente conscio. Finita la prova si prende una pizza e qualche birra e ci si ritrova sotto l'organizzatissimo tendone del Circo Grito. Nonostante la stanchezza, la fame, e la necessità di sbrigarsi per smontare tendone, palco, scalinata e attrezzi il gruppo è attentissimo al retour offerto dai colleghi più esperti. Punto per punto vengono rivisitate posizioni, numeri, entrate, sguardi...ogni cosa non deve essere lasciata al caso, ma deve essere il frutto di una scelta precisa dell'artista. Poco importa che il pubblico se ne renda conto o meno. La coerenza dello spettacolo, l'uniformità di tutte e scene così come la loro discontinuità devono essere volute, e tale scelta deve risultare in ogni dettaglio.
Il collettivo ascolta, avido di consigli preziosi. Io ascolto felice di poter cogliere appunti e visioni su un mondo che piano piano sto scoprendo. Infine un urlo da sotto il tendone ci richiama all'ordine. Basta feedback e chiacchiere: è tempo di dare una mano a smontare, che domani il circo riparte.



venerdì 20 maggio 2011

Uovo Tutti


Il tendone, la cucina, le caravan in cerchio tutte dipinte di giallo rosso e nero. Dopo un mese di permanenza a Fossano l'accampamento diventa famigliare come Miriam che accoglie tutti con un sorriso mentre passa la giornata ai fornelli per nutrire i più di venti elementi che compongono il Collettivo. Nelle ultime settimane però se si arriva durante il giorno il campo sembra vuoto, ed un silenzio concentrato regna sovrano, così che anche i due cani fanno la guardia senza il minimo rumore, accucciandosi ora sui vestiti di Monica disposti in ordine di colore, ora sotto la panca. Persino Kenzo, incontenibile nella sua energia di bambino, sa che non può esagerare con il rumore e che, soprattutto, non può entrare nel tendone. Ecco allora che con sguardo malizioso si accerta di essere osservato mentre si avvicina ad un pertugio nel tendone per poi scattare in una corsa divertita non appena ci si avvicina per prenderlo.

Ma perché dunque tanto silenzio? Cosa si cela sotto il tendone? Un uovo. Ma un uovo speciale. Uovo Tutti.

Questo il nome del nuovo spettacolo del Circo Paniko, una creazione nata da uno sbotto introspettivo dei singoli artisti, abilmente coordinati dal regista Giovanni Dispenza. 6 personaggi governati dalle forze dell'inconscio si sono sviluppati e scontrati in queste lunghe giornate sotto tendone. Ognuno porta con sé delle tecniche, degli oggetti, dei modi di essere che si sviluppano nello spazio neutro della scena. Gli scontri generano situazioni, man mano ripulite e rimodellate fino a creare un equilibrio che lega un manchino rotto, un idraulico, una macchina da scrivere…

La sensazione é quella di assistere ad uno spettacolo teatrale dove l'azione conscia ha poco spazio. Manca il sipario, ma il fondale nero, un patchwork di abiti neri da cui emergono e scompaiono figure, fa da trait d'union tra il mondo del palcoscenico e quello del teatro di strada. I silenzi che scandiscono la narrazione rimandano al concetto su cui si é molto lavorato sin dal principio, ovvero quello di panico. Dal dio Pan, sia protettore che distruttore, poiché il panico congela ed immobilizza, ma "facendo perdere tutti i possibili appigli, spinge a prendere direzioni nuove, ad essere veramente liberi di agire per istinto" spiega Giovanni nel difficile tentativo di raccontare uno spettacolo che é ancora in divenire.

Non resta allora che farsi prendere per mano per poi correre con il Circo Paniko da un personaggio all'altro, da una scena all'altra, nel delirio ordinato ed introspettivo di questo spettacolo che unisce diverse forme d'arte ed altrettante personalità.

Il debutto sarà il 29 maggio a Bologna, in occasione del Buskers Pirata. Si prosegue poi in Emilia per tornare a Fossano in occasione di Mirabilia.