giovedì 9 giugno 2011

Money money

Oggi pomeriggio al castello degli Acaja ci si è trovati a parlare di circo. Niente tendoni, costumi, attrezzi o discipline, ma presentazioni power point, microfoni e numeri. Perché per permettere la realizzazione di festival, creazioni, collaborazioni e residenze non basta sempre la capacità tecnica, la passione o l'impegno. Sono molti i fattori che entrano in gioco e le variabili cambiano da paese a paese, addirittura da regione a regione, come testimoniano le vetrine Catalana (La Tal, Cia Fadunito, Adrian Schvarzstein)e Belga/Vallona (Circocentrique, El Grito, D'IrqueeFien, La Bande des Fous) presentate nell'occasione.


Inutile dire che l'Italia non ha una vetrina da presentare in quanto il circo contemporaneo non è neppure riconosciuto come categoria a sé stante. Interessante, invece, l'introduzione ai sistemi di sovvenzione catalani e belgi. Il primo, simile al sistema francese, prevede cospicue somme per tutta la sezione cultura e, in particolare, circa lo 0,7% dei 7 milioni e mezzo di fondi destinati alle arti sceniche sono indirizzate al circo contemporaneo. La promozione, lo sviluppo, l'internazionalizzazione sono garantite dall'Istituto Catalan de las Industrias che, guardando alla cultura in modo imprenditoriale, è riuscito a fare del settore una fonte di reddito. Certo che anche la Catalonia non è diventata una delle regioni più importanti nel settore all'improvviso. Come ha sottolineato Vincente Llorca, redattore del magazine Zirkolika, tutto è nato dal bisogno degli artisti di unirsi e far sentire la propria voce. Il suggerimento per il caso Italiano è prezioso, poiché il solo modo di smuovere l'immobilismo politico é quello di riunirsi, magari partendo dalle realtà e associazioni già esistenti, al fine di costituire una voce abbastanza potente da fare un poco di Lobby sulle istituzioni.


Simile l'esperienza raccontata da Benoit Litt, vicepresidente della "Maison du cirque" e membro della commissione ministeriale sul circo. In un Belgio politicamente diviso i fondi per il circo contemporaneo sono lentamente cresciuti grazie al lavoro costante di organizzazioni come la Maison du Cirque e alla visibilità data dall'Espace Catastrophe, passando dai 300 mila del 2005 al milione e mezzo attuale. Questo rende possibile sostenere circa 4 progetti all'anno, sovvenzionare tre festival e aiutare con finanziamenti puntuali un grande numero di compagnie. Rispetto alla vicina Francia le risorse sono limitate ma per la situazione italiana attuale molti sono gli spunti e i suggerimenti da cogliere.


Nella speranza che gli artisti italiani non siano costretti a fuggire ancora una volta (seguendo l'esodo creativo che da Leonardo alla Commedia Italiana dell'arte non é ancora terminato), ma che il nostro paese diventi un nodo importante di uno scambio fruttifero Mirabilia da il suo contributo. Con i fondi esigui ma anomali della regione Piemonte, con il sostegno di Fossano e con un approccio europeo piano piano si costruiscono i punti di un network che speriamo possa finire col porci su un livello degno dei nostri vicini europei.


Nessun commento:

Posta un commento